domenica 21 dicembre 2014

DISABILITA' E SVILUPPO INCLUSIVO


Riaffermare l’impegno per il rispetto dei diritti delle persone con disabilità nei progetti della cooperazione, con una particolare attenzione ai settori dell’educazione inclusiva e della promozione dei diritti in contesti di emergenza e aiuti umanitari. Con questo obiettivo la Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) ha organizzato alla Farnesina il seminario ”Promuovere i diritti delle persone con disabilità nella cooperazione internazionale: il Piano di Azione Disabilità della Dgcs/Maeci e l’impegno della società civile”, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, che si celebra il 10 dicembre di ogni anno. L’evento è stato promosso in collaborazione con la Rete italiana solidarietà e sviluppo (Rids), l’Ong Save the Children e l’Università di Bologna.
Inaugurando i lavori della giornata, il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, ha evidenziato la posizione di "avanguardia a livello internazionale" ricoperta dall’Italia in questo settore, essendo il nostro Paese tra i primi firmatari della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. "L’adesione dell’Italia ai valori della Convenzione non si limita all’aspetto formale, ma costituisce piuttosto l’inizio di un processo di adeguamento interno ad obblighi internazionali cui crediamo molto", ha detto il Segretario generale, sottolineando "l’importante lavoro svolto dalla Cooperazione italiana per inserire l’impegno nazionale in una logica europea, in raccordo con la Strategia europea sulla disabilità. Si tratta - ha concluso - di un lavoro importante anche ai fini del nostro contributo all’Agenda di sviluppo post 2015".
Nel suo intervento conclusivo il Direttore generale della Cooperazione italiana allo Sviluppo, Giampaolo Cantini, ha evidenziato la "forte interazione" esistente fra il livello nazionale, rappresentato dal Terzo settore, e la dimensione della cooperazione internazionale, di cui la Dgcs è parte integrante, per lo sviluppo di politiche volte all’inclusione delle persone con disabilità. In questo campo, ha spiegato Cantini, "l’elemento culturale è determinante", avendo constatato anche sul terreno come la disabilità si accentui e venga portata a forme di emarginazione e di discriminazione per motivi culturali.
Il Dg ha quindi ribadito la necessità di elaborare strategie per l’esame dei dati volte ad "includere nelle varie rilevazioni informazioni sulla disabilità". Con questo obiettivo abbiamo avviato una collaborazione con l’Istat per contribuire a sostenere i sistemi statistici nazionali, il che costituisce sempre di più un’esigenza legata all’attuazione dell’Agenda di sviluppo post 2015 e uno strumento necessario per rendere effettivo il concetto ‘accountability’ - ha aggiunto Cantini, citando l’esempio della Convenzione stipulata lo scorso 10 aprile per fornire assistenza tecnica alle autorità statistiche del Myanmar.
Quanto al concetto di inclusività, il Direttore generale l’ha definito "una delle idee-forza" della nuova Agenda post 2015 che occorre continuare a sviluppare attraverso azioni di sensibilizzazione a livello europeo. "C’è ancora molto da fare per stimolare l’azione della Commissione europea verso lo sviluppo di piani nazionali che leghino gli aspetti della disabilità e dello sviluppo", ha concluso Cantini, citando l’articolo 23 della nuova legge 125/2014 che estende il numero di soggetti operanti nel sistema di cooperazione.
Il seminario ha permesso di illustrare lo stato di avanzamento del Piano di Azione Disabilità della Cooperazione Italiana che, come evidenziato da Mina Lomuscio e Donato Scioscioli della Dgcs, ha raggiunto notevoli risultati anche grazie al lavoro svolto dai gruppi di lavoro costituiti, due dei quali appunto quelli dell’educazione inclusiva e dell’emergenza.
Il seminario di oggi si è articolato in due sessioni: la prima, moderata dal capo dell’Unità tecnica centrale (Utc) della Dgcs, Francesco Paolo Venier, dal titolo ”Condivisione di esperienze e lesson learned: un dibattito sulla educazione inclusiva”; la seconda, moderata dal capo dell’Ufficio interventi umanitari e di emergenza, Mario Baldi, dal titolo ”La promozione e protezione dei diritti delle persone con disabilità in contesti di emergenza e aiuto umanitario”.
L’educazione inclusiva e la tutela delle persone disabili nei contesti di emergenza costituiscono lo strumento per garantire a tutti i bambini, compresi quelli con disabilità, un’educazione di qualità e la premessa per realizzare l’inclusione sociale.
Il tema dell’educazione inclusiva è stato al centro della presentazione di Save the Children, e dell'Università di Bologna che hanno presentato alcune esperienze realizzate nei Balcani, anche con il sostegno della Cooperazione Italiana.
Quanto al nesso tra disabilità e aiuto umanitario, come illustrato dalla RIDS la protezione delle persone con disabilità in situazioni di emergenza è richiamata esplicitamente, oltre che nella Convenzione Onu dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2006, nella Strategia europea sulla Disabilità 2010-2020, nel Consensus europeo sull’aiuto umanitario e nella risoluzione del Parlamento europeo del 2007 sui disastri naturali. Già lo scorso maggio, il Piano d’azione Dgcs sulla disabilità era stato presentato a Bruxelles, dove aveva riscontrato un particolare interesse da parte di Germania e Spagna. A partire da luglio, grazie all’iniziativa italiana nell’ambito del Semestre di presidenza dell’Ue, il tema è stato inoltre posto per la prima volta all’attenzione del Gruppo di lavoro del Consiglio sugli aiuti umanitari (Cohafa), con l’intento di avviare un percorso volto all’adozione di un documento comune su obiettivi e misure concrete per assicurare la tutela dei diritti delle persone con disabilità negli interventi umanitari.

I materiali del seminario

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