lunedì 10 agosto 2015

Vittoria al Tribunale di Milano: 'la retta per i malati di Alzheimer non è dovuta'

Dopo che la Corte di Cassazione, con sentenza n. 4558 del 22 marzo 2012, aveva statuito che nulla, assolutamente nulla può essere chiesto ai malati di Alzheimer e ai loro parenti per il ricovero in RSA o in cliniche private convenzionare, oggi anche la giurisprudenza di merito ha iniziato ad uniformarsi al dettato della Suprema Corte. Confconsumatori, che da tempo si occupa del tema e che ha in corso cause analoghe in diverse città d’Italia, ha accolto con entusiasmo la notizia. Il primo ad essersi pronunciato in materia, proprio in queste settimane, è stato il Tribunale di Milano con sentenza dello scorso luglio n. 7020/15. Il caso è quello del fratello di una malata di Alzheimer, che aveva proposto opposizione avverso una cartella esattoriale di 118.245,12€ emessa da Equitalia Nord S.p.a., la quale pretendeva dall’uomo, in qualità di unico erede della malata, il credito vantato dal Comune di Milano nei confronti della sorella, deceduta, in condizioni di non autosufficienza perché affetta da Alzheimer. Tale credito derivava dal pagamento, effettuato dall’ente territoriale, della retta di ricovero presso la RSA Istituto Geriatrico. Il giudice ha, come detto, seguito la pronuncia della Cassazione, affermando che: «Le ragioni del ricovero sono da ravvisare nella grave patologia diagnosticata e dalla necessità per la signora di prestazioni di natura sanitaria, rispetto alle quali quelle di natura socio-assistenziale hanno assunto un carattere marginale e accessorio. […] La Corte – si legge nella sentenza – ha concluso che in presenza di una stretta correlazione fra prestazioni sanitarie e assistenziali con prevalenza degli aspetti di natura sanitaria (come nella fattispecie in esame) si determina la totale competenza del Servizio sanitario nazionale, con conseguente non recuperabilità mediante azione di rivalsa nei confronti dei parenti delle prestazioni erogate dal Comune». L’avvocato Dario Barnaba, legale di Confconsumatori, ha accolto con entusiasmo la notizia della prima sentenza favorevole al consumatore in tema di Alzheimer: «Era ora che anche i Tribunali dicessero la loro e si uniformassero alla Corte di Cassazione. Le Regioni e i Comuni continuano a comportarsi come se quella sentenza non vi fosse mai stata, chiedendo rette di ricovero a malati e parenti». Oltre alle battaglie in Tribunale, Confconsumatori ha scritto nei mesi scorsi a tutte le Regioni chiedendo di conoscere se la normativa regionale si è adeguata alla sentenza della Cassazione del 2012. Mara Colla, presidente di Confconsumatori, segnala che gli uffici dell’associazione su tutto il territorio nazionale sono a disposizione dei consumatori per chiarimenti in materia. http://www.ilikepuglia.it/ilike/i-like-consumers/bari/09/08/2015/vittoria-al-tribunale-di-milano-la-retta-per-i-malati-di-alzheimer-non-e-dovuta.html

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