A casa, in malattia, o a
scuola, ma destinati ad altre funzioni che li espongano meno al rischio di
contagio. In questo modo il Ministero dell’Istruzione intende gestire i
lavoratori fragili della scuola fino a quando non rientrerà l’allerta Covid. A
meno di ripensamenti dell’ultima ora, dovrebbe essere sciolto a breve il nodo
sulla questione, centrale nella ripresa della scuola in questo periodo di
emergenza sanitaria successivo al lockdown da Covid19. ischio di contagio.
In questo modo il Ministero dell’Istruzione intende gestire i lavoratori
fragili della scuola fino a quando non rientrerà l’allerta Covid. A meno di
ripensamenti dell’ultima ora, dovrebbe essere sciolto a breve il nodo sulla
questione, centrale nella ripresa della scuola in questo periodo di emergenza
sanitaria successivo al lockdown da Covid19.
Al Ministero dell’Istruzione
è pronta una circolare - dovrebbe essere inoltrata a tutte le scuole in
giornata - che fissa i criteri di gestione dei fragili, lavoratori già colpiti
da patologie che potrebbero aggravarsi in caso di infezione da coronavirus.
La nota, ieri sera discussa
in un incontro in videoconferenza durato oltre tre ore dai funzionari di Viale
Trastevere con i sindacati dei lavoratori e dei dirigenti scolastici, arriva a
poco meno di una settimana di distanza da quella diramata sabato scorso da
Ministero della Salute e Ministero del Lavoro con la quale si è stabilito che
non basta il solo criterio dell’età per dire se un persona che sviluppa il
Covid rischia di più e definito il sistema con cui vengono riconosciute le
esenzioni dal lavoro in base allo stato di salute.
Ma, nel caso della scuola,
come gestire gli insegnanti che potrebbero essere dispensati perché la
circolazione del virus li mette in pericolo? Come tutelarli dall’esposizione al
contagio?
Fondamentali, ovviamente, le
prescrizioni del medico competente - che assumerà mansioni simili a quelle
delle commissioni provinciali territoriali - sulla base delle quali il
dirigente scolastico stabilirà il da farsi. Nel caso in cui docenti o tecnici,
amministrativi e ausiliari siano ritenuti temporaneamente non idonei a svolgere
qualsiasi attività, saranno messi in malattia e sostituiti da supplenti.
Nel caso, invece, nonostante
l’inidoneità temporanea, possano lavorare, con tutte le tutele necessarie per
mettersi al riparo dal rischio contagio, verranno impiegati in altre mansioni -
gli insegnanti, per esempio, possono ricorrere allo smart working o essere
destinati alla segreteria o ad attività di supporto alla didattica. Ma anche in
questo caso, per i docenti, si prevede la sostituzione in classe.
Tutt’altra storia per i
precari, in Italia circa 200.000. Per loro “l’unica possibilità - in caso di
inidoneità temporanea - è il collocamento in malattia d’ufficio”, mentre “chi è
già stato dichiarato fragile prima dell’assunzione del servizio, non potrà
sottoscrivere il contratto individuale di lavoro, ma manterrà la posizione in
graduatoria”, chiarisce in una nota diramata subito dopo la riunione di ieri
sera l’Associazione nazionale presidi. Un punto, questo relativo ai precari,
sul quale dal fronte sindacale sono arrivate critiche e obiezioni e la
richiesta di stralciarlo dal testo della circolare.
Mentre l’associazione dei
presidi, che da tempo invocava un intervento ministeriale per definire la
gestione dei lavoratori fragili nelle scuole, ha segnalato le difficoltà cui
dovranno far fronte i dirigenti per applicare disposizioni rese note a tre
giorni dal ritorno tra i banchi. “Arrivati in prossimità dell’inizio delle
lezioni la pubblicazione della nota è evidentemente urgente e
improcrastinabile: sarà assolutamente necessario monitorare con attenzione gli
effetti della sua applicazione”, si legge nel comunicato stampa, nel quale si
definisce “ancora più urgente un intervento normativo specifico” su una
questione che rischia di pesare non poco sulla scuola in emergenza Covid.
FONTE HUFFPOST
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