La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre è stata istituita nel 1981, Anno Internazionale delle Persone Disabili, per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza.
Dal luglio del 1993, il 3 dicembre è diventato anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, come voluto dalla Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite.
Secondo quanto riportato dalla “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”, il fine da perseguire dovrebbe essere quello di proteggere ed assicurare il godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo, promuovendo la loro effettiva partecipazione ed inclusione all’interno della società.
Ma, con coscienza, oggi è possibile affermare che il nostro Paese nella realtà adotta tutte le misure appropriate per garantire i diritti riconosciuti dalla Convenzione ONU? Possiamo forse negare o dubitare che le persone con disabilità ancora oggi continuano ad incontrare barriere nella loro partecipazione come membri eguali della società e violazioni dei loro diritti umani?
Risale a qualche settimana fa la manifestazione “Nei diritti di ognuno il futuro di un’intera comunità”, che ha riunito il terzo settore della provincia di Reggio Calabria al fine di portare in primo piano lo stato di gravissima crisi in cui versa il mondo del sociale e dei servizi alla persona. Si è trattato di un grido di allarme che ha cercato di abbattere il muro del silenzio di una politica che, da un lato, concede come favore personale ciò che invece è dovuto come diritto e, dall’altro lato, opera tagli che portano a sistematici ritardi nel pagamento degli operatori sociali e al continuo abbattimento di risorse che sono già di per sé esigue, mettendo a rischio l’esistenza di importanti servizi sociali che operano per il sostegno, la cura e la riabilitazione di persone che presentano speciali bisogni. Diritti che vengono violati non solo nel campo dell’assistenza sociale, bensì anche in quello dell’assistenza scolastica. Si tratta di un danno esistenziale, che viola il fondamentale diritto delle persone con disabilità all’istruzione, ledendo valori garantiti e protetti dalla Costituzione. Questi e molti altri diritti vengono quotidianamente violati nel momento in cui la disabilità entra nel sociale, nel mondo della scuola, nel mondo del lavoro o si scontra con le barriere architettoniche.
Giornate come il 3 dicembre non sono la bacchetta magica che trasforma in realtà quello che per ora è “solo” un sogno: quello di vivere in comunità e città a misura di persona, di ogni persona. Comunità e città per tutti. Ma Giornate come questa contribuiscono almeno a rialzare il livello di attenzione e a ricordare che un impegno ancora più profondo deve essere profuso al fine di abbattere la cultura dell’indifferenza e della discriminazione che tutt’oggi esiste, sensibilizzando la cittadinanza alle tematiche della disabilità.
Giornate come questa ci aiutano a porre al centro la dignità, l’autonomia, l’indipendenza, la libertà di scelta, la partecipazione e l’inclusione sociale, il rispetto e la valorizzazione delle differenze e la disabilità come parte della diversità umana. E ci danno l’opportunità di affermare ancora una volta, citando la Convenzione ONU, che la disabilità è un concetto dinamico e in evoluzione, il risultato dell’interazione tra minorazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la piena ed effettiva partecipazione nella società su base di parità con gli altri.
In questo senso con fiducia si guarda alla giornata sui diritti delle persone con disabilità, in quanto tentativo di suscitare e di promuovere, attraverso eventi e manifestazioni, una riflessione più profonda ed una presa di coscienza maggiore da parte della collettività circa le difficoltà incontrate dalle persone con disabilità, procedendo verso il superamento delle barriere culturali per giungere ad una efficace inclusione sociale.
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