Sarà presentato alla Bit di Milano un libro dedicato al turismo accessibile, a darne l’annuncio dell’uscita è stata Flavia Maria Coccia, del Ministero per il Turismo, che sta curando il lavoro. Un libro che parlerà di turismo inteso come accoglienza, ospitalità, cioè permettere a tutti l’accesso. In Italia come noto non siamo ben organizzati, abbiamo delle punte di eccellenza, ma in altre zone siamo ancora indietro, a volte nella stessa città ci sono diversi gradi di accessibilità.
Del libro se ne è parlato al convegno “Turismo accessibile, una nuova sfida””, svoltosi a Treviso, l’obiettivo è di creare un documento che dia delle indicazioni pratiche, per passare dalle parole ai fatti. Sarà un libro-documento, a cui sta lavorando, sotto la supervisione della dottoressa Coccia, un comitato per il turismo accessibile, composto da un gruppo di lavoro ristretto di 20 persone e quattro gruppi di lavoro allargati, alla ricerca di strategie per implementare alcuni aspetti chiave: la comunicazione, l’informazione, i trasporti e l’accoglienza.
L’obiettivo del libro è quello di far comprendere a tutti, amministratori, operatori turistici e cittadini, che puntare sul turismo accessibile è indispensabile, con la consapevolezza però che il problema dell’accessibilità non potrà mai essere pienamente risolto, perché niente può essere accessibile al 100%.
I cittadini devono sapere cosa significa avere un territorio ospitale. Il libro punta infatti ad informare sulle potenzialità di un territorio accessibile, sull’economia che può arrivare da una città accessibile.
Altro obiettivo del libro è quello di arrivare a comunicare con le imprese, con gli operatori del turismo, agli architetti, a chi è incaricato di fare i controlli. Spesso ci si imbatte in stanze di alberghi che non sono camere per turisti ma per malati. Gli operatori devono capire che se offrono location ospitali potranno andare bene per tutti, non solo per disabili.Il presidente di Village for All Roberto Vitali, precisa che: “Rendere una struttura accessibile è più facile di quanto si pensi. Certo che bisogna seguire la legge, ma non serve necessariamente dotarsi di strumenti costosissimi, e spesso inadatti, per garantire l’accessibilità. Bisogna avere qualche accortezza, fare le cose che servono, che permettono alla persona di sentirsi ospite, di potersi muovere in autonomia e bisogna dare informazioni chiare ed efficaci. I turisti disabili sono turisti. Io quando voglio fare una vacanza non voglio fare lo spettatore degli altri che si divertono: se una struttura si dice accessibile lo deve essere per intero, non solo nelle camere ma anche nel ristorante e nell’area benessere, ad esempio“.
L’invito che viene rivolto a tutti è di investire nel settore del turismo accessibile, per migliorare il nostro ambiente, potenziare le infrastrutture e servizi, puntare sulla correttezza dell’informazione.
Questo affinché la disabilità, sia essa temporanea o permanente, non deve essere un ostacolo alla vacanza. Una vacanza deve dare la possibilità a tutti, normodotati e diversamente abili, di gustarsi sino in fondo le tante attese e meritate vacanze.
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