Oggi, mercoledì 3 dicembre, si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita la prima volta nel 1981 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) e quest'anno dedicata al tema dellosviluppo sostenibile, con un'attenzione particolare alla tecnologia.
Scopo dell'appuntamento è promuovere una maggiore conoscenza delle tematiche relative alla condizione di disabilità e di mobilitare il sostegno per la dignità, i diritti e il benessere delle persone con disabilità e di aumentare la consapevolezza delle ricadute positive sulla società dell’integrazione sociale delle persone con disabilità culturale, economica e sociale.
Una giornata, quindi, che vuole accendere i riflettori sulle troppe disuguaglianze e discriminazioni che esistono non solo in Italia, dove il disabile è concepito come un elemento estraneo alla società, spesso un peso che si tollera solo per lo spirito di umanità ma considerato inutile dal punto di vista produttivo.
Per di più, la crisi economica che ha colpito la società occidentale ha avuto pesanti ripercussioni sulle persone disabili. Stando, infatti, ad un rapporto diffuso dal Banco Farmaceutico e dall'Unione Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (UNITALSI), sono oltre 50mila le persone disabili e malate che in Italia dal 2013 ad oggi hanno perso la forza economica per potere acquistare i farmaci anche quelli da prescrizione medica. «Un incremento - si legge nella nota - del 33,33% rispetto allo stesso periodo 2012-2013.
Considerando che, l’8% della famiglie italiane ha in casa un disabile e che in Italia su circa 4 milioni di persone con handicap oltre il 48% vive da solo senza il sostegno dei parenti, il quadro si fa preoccupante».
In Italia, infatti, secondo gli ultimi dati ISTAT, le persone con disabilità che vivono in famiglia sono circa 3,2 milioni, pari al 5,5% della popolazione di 6 anni e più, e di cui oltre l'80% anziani e i due terzi donne.
Nonostante, però, i disabili siano così tanti, «se nel 2004 il Governo investiva per il mondo diversamente abile circa 1 miliardo di euro, nel 2014 ha previsto solo 250 milioni. A causa di questo decremento degli investimenti è diminuita anche l’assistenza domiciliare che è ormai sotto le 10 ore settimanali».
Numeri impietosi che dimostrano quanto sia ancora tanta la strada da percorrere affinché nel nostro Paese la disabilità sia vista come una risorsa e non come un "rifiuto", soprattutto nel mercato del lavoro, dove la norma che obbliga alle aziende di assumere le persone disabili fatica ad essere applicata in maniera capillare.
Non bisogna, infatti, dimenticare che le aziende che hanno tra 15 e 35 dipendenti sono obbligate per legge ad assumere una persona disabile, tra i 36 ed i 50 dipendenti l'obbligo riguarda due persone e per le aziende che hanno oltre 50 dipendenti la legge prevede una quota di assunzioni obbligatorie pari al 7% degli occupati.
La speranza, dunque, è che giornate come quella di oggi non servano tanto ai governi per pulirsi le coscienze con le promesse ma per programmare in maniera coordinata degli interventi concreti per migliorare la qualità della vita dei disabili, non cittadini di serie B ma uguali a tutti gli altri.
FONTE lavocedeltrentino - Gian Piero Robbi
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