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venerdì 10 ottobre 2014

Riforma Pensioni, un anticipo sino a 5 anni per gli invalidi oltre il 46%

Possibilità per gli invalidi per qualsiasi causa, ai quali sia stata riconosciuta un’invalidità superiore al 46 per cento, ma inferiore al 74 per cento, di richiedere per ogni anno di lavoro effettivamente svolto, il beneficio di un mese di contribuzione figurativa. Fino ad un massimo 5 anni valutabili ai soli fini del diritto alla pensione e dell'anzianità contributiva. E' quanto prevede il ddl 682 presentato al Senato da Nicoletta Favero (Pd) Stefania Pezzopane (Pd), Laura Puppato (Pd) e Laura Bignami (Gruppo Misto). 

Il ddl si pone l'obiettivo di rimediare alla situazione di difficoltà in cui si trovano i lavoratori a cui sia stata riconosciuta un’invalidità superiore al 46% ma inferiore al 74% - che la legge attuale tratta al pari dei lavoratori sani - dando loro la possibilità di richiedere per ogni anno di lavoro effettivamente svolto, il beneficio di un mese di contribuzione figurativa, fino al limite massimo di cinque anni di contribuzione figurativa utile ai soli fini del diritto alla pensione e dell’anzianità contributiva. I lavoratori potenziali beneficiari, secondo quanto si legge nella relazione al ddl,  sono stimabili in circa 400 mila unità.
La proposta è "vecchia" in quanto giace in Senato da oltre un anno e la sua discussione non è stata ancora calendarizzata in Commissione Lavoro di Palazzo Madama. Un ritardo che "pesa" ricorda l'Aduc e varie altre associazioni che tutelano i lavoratori invalidi civili: "l'approvazione del testo sarebbe un segnale importante dato che la Riforma Fornero del 2011, che ha previsto un notevole innalzamento dell’età pensionabile, non ha adeguato la normativa alla realtà dei lavoratori invalidi che dovranno continuare a lavorare fino a quasi 70 anni di età nonostante le loro condizioni di salute".

Con il ddl infatti sarebbero estesi benefici previsti dal comma 3 dell’articolo 80 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 che attualmente consente, a decorrere dal 1º gennaio 2002, ai lavoratori sordomuti e agli invalidi per qualsiasi causa, ai quali sia stata riconosciuta un’invalidità superiore al 74 per cento, di richiedere per ogni anno di lavoro effettivamente svolto, il beneficio di due mesi di contribuzione figurativa. Il beneficio, nella forma attualmente vigente, è riconosciuto fino al limite massimo di cinque anni di contribuzione figurativa utile ai soli fini del diritto alla pensione e dell’anzianità contributiva.

La proposta prevede l'estensione di tali benefici anche in favore dei lavoratori ai quali sia riconosciuta un’invalidità superiore al 46 per cento, ma inferiore al 74 per cento. "Questi lavoratori, per i quali è riconosciuto il collocamento obbligatorio, ai fini pensionistici sono equiparati, di fatto, ai lavoratori sani" si legge nella relazione al testo del provvedimento.


Leggi Tutto: http://www.pensionioggi.it/notizie/previdenza/riforma-pensioni-un-anticipo-sino-a-5-anni-per-gli-invalidi-oltre-il-46-5567#ixzz3FnMLGDoK

domenica 15 luglio 2012

Riforma Pensioni: Ricorso individuale al Giudice del Lavoro

Pensioni: fallito ricorso al TAR contro Riforma Fornero

Sarà il Giudice del Lavoro a dover decidere sul ricorso contro la riforma delle pensioni presentato da FLC CGIL: ecco come si è pronunciato il TAR del Lazio.
Nulla di fatto per il ricorso presentato contro la riforma delle pensioni Fornero contenuta nella manovra finanziaria di fine 2011 (“Decreto salva Italia”): il TAR del Lazio lo ha ritenuto inammissibile per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo a favore dell’autorità giudiziaria ordinaria.
Il ricorso al TAR era stato presentato contro il Governo dalla FLC CGIL per chiedere l’annullamento della riforma delle pensioni previa sospensione dell’esecuzione della CM 2/12, applicativa del “Decreto salva Italia”.
Secondo il TAR il ricorso presentato è «inammissibile per difetto di giurisdizione in quanto la controversia ha ad oggetto rapporti di lavoro di personale pubblico contrattualizzato e, specificamente, la materia dei requisiti per la maturazione del diritto al collocamento a riposo».
In una nota il sindacato spiega che «in altre parole, il TAR si è dichiarato incompetente a giudicare la materia oggetto del contendere, rinviando la materia al Giudice del Lavoro», al quale potrà essere riproposta la domanda (ex articolo 11, comma 2, c.p.a.).
Quindi la battaglia della FLC CGIL non è finita, avendo il TAR del Lazio, nel suo pronunciamento, confermato la possibilità di promuovere un ricorso individualmente.
Fonte PMI