L’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro è stato al centro del convegno “Categorie protette: una risorsa per il mondo del lavoro, un’opportunità per le aziende”, organizzato al centro congressi MiCo da Reatech Italia, la rassegna di Fiera Milano dedicata ai portatori di handicap. La prossima edizione di Reatech Italia avrà luogo proprio al MiCo dal 10 al 12 ottobre e sarà curata da Fiera Milano Congressi.
Durante l’incontro è stata presentata un’indagine dell’Associazione Direttori Risorse Umane realizzata in collaborazione con Reatech Italia,da cui emerge che le le aziende italiane considerano non adeguata l’attuale legislazione in merito all’assunzione di appartenenti alle categorie protette (66,67%) perché non aggiornata (28,21%), non in linea con la normativa di altri Paesi (25,64%), non completamente corretta (23,08%). Le convenzioni sono utili per oltre il 71% degli intervistati, ma oltre il 50% ritiene che i disabili proposti da questi accordi non rispondano alle esigenze dell’azienda. Il collocamento resta una risorsa preziosa a cui si rivolge con buoni risultati il 49,12% degli intervistati. Circa il 50% delle aziende non accoglie direttamente le persone disabili in azienda ma si avvale dell’esonero all’obbligo. Nelle aziende che le occupano, le persone disabili sono per lo più impiegate negli ambiti dell’amministrazione (19,49%), di centralini o reception (17,80%), dei servizi generali e della produzione (11%), mentre è più bassa in ruoli maggiormente specializzati come l’ambito commerciale e quello delle risorse Umane (3,39%), del marketing (1,69%) e di ricerca e sviluppo (0,86%). Il telelavoro appare una soluzione ancora poco utilizzata (viene usato da circa il 4% delle aziende intervistate).
Secondo i dati ISTAT 2012 solo il 16% delle persone con disabilità tra i 15 e i 74 anni (circa 300mila individui) ha un’occupazione lavorativa, contro il 49% del totale della popolazione e secondo i dati forniti da ILO – l’Organizzazione Internazionale per il Lavoro - il non impiego dei portatori di handicap fa perdere tra l’1% e il 7% del Pil mondiale. Tuttavia, il percorso che conduce una persona con disabilità all’occupazione, anche se differente e apparentemente “protetto” o “mirato” rispetto a quello delle persone normodotate, non è privo di problematiche, che possono diventare opportunità se, sia il lavoratore che l’azienda, riescono a comprendere a fondo gli strumenti oggi a disposizione di entrambe le parti in gioco.
Fiera Milano news - n.57 Luglio/Agosto 2013
Durante l’incontro è stata presentata un’indagine dell’Associazione Direttori Risorse Umane realizzata in collaborazione con Reatech Italia,da cui emerge che le le aziende italiane considerano non adeguata l’attuale legislazione in merito all’assunzione di appartenenti alle categorie protette (66,67%) perché non aggiornata (28,21%), non in linea con la normativa di altri Paesi (25,64%), non completamente corretta (23,08%). Le convenzioni sono utili per oltre il 71% degli intervistati, ma oltre il 50% ritiene che i disabili proposti da questi accordi non rispondano alle esigenze dell’azienda. Il collocamento resta una risorsa preziosa a cui si rivolge con buoni risultati il 49,12% degli intervistati. Circa il 50% delle aziende non accoglie direttamente le persone disabili in azienda ma si avvale dell’esonero all’obbligo. Nelle aziende che le occupano, le persone disabili sono per lo più impiegate negli ambiti dell’amministrazione (19,49%), di centralini o reception (17,80%), dei servizi generali e della produzione (11%), mentre è più bassa in ruoli maggiormente specializzati come l’ambito commerciale e quello delle risorse Umane (3,39%), del marketing (1,69%) e di ricerca e sviluppo (0,86%). Il telelavoro appare una soluzione ancora poco utilizzata (viene usato da circa il 4% delle aziende intervistate).
Secondo i dati ISTAT 2012 solo il 16% delle persone con disabilità tra i 15 e i 74 anni (circa 300mila individui) ha un’occupazione lavorativa, contro il 49% del totale della popolazione e secondo i dati forniti da ILO – l’Organizzazione Internazionale per il Lavoro - il non impiego dei portatori di handicap fa perdere tra l’1% e il 7% del Pil mondiale. Tuttavia, il percorso che conduce una persona con disabilità all’occupazione, anche se differente e apparentemente “protetto” o “mirato” rispetto a quello delle persone normodotate, non è privo di problematiche, che possono diventare opportunità se, sia il lavoratore che l’azienda, riescono a comprendere a fondo gli strumenti oggi a disposizione di entrambe le parti in gioco.
Fiera Milano news - n.57 Luglio/Agosto 2013
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