mercoledì 24 settembre 2014

Provincia di Agrigento, operazione “la carica dei 104″: le accuse mosse agli indagati

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Sono pesanti le accuse per le 17 persone raggiunte da una misura cautelare del Gip Ottavio Mosti nell’ambito dell’inchiesta “La carica delle 104″ della Procura della Repubblica di Agrigento, e condotta dalla Digos. Alcuni dei fermati devono rispondere del reato di associazione a delinquere, per essersi associati tra loro al fine di commettere più delitti di corruzione, falso e truffa aggravata. Ad agire due organizzazioni parallele, ma con un solo fine.  Determinante per i due sodalizi l’apporto fornito da medici compiacenti, che intascavano la loro ‘parte’. Ecco il ruolo di alcuni indagati, ci sono anche otto medici:
Antonio Alaimo, 53 anni, favarese, bidello presso Istituto Alberghiero “Ambrosini” di Favara, sarebbe stato l’intermediario e il procacciatore d’affari e “anello di congiunzione fondamentale” per l’operatività del sodalizio criminale. Svolgeva, in particolare, il ruolo di mettere in relazione, direttamente oppure tramite i sodali i pretesi falsi invalidi, con i medici compiacenti e “infedeli”, che dovevano attestare l’esistenza delle false patologie, oppure altre circostanze false  per ottenere l’indebito riconoscimento della invalidità o handicap. Alaimo, sovraintendeva alle varie fasi della gestione delle diverse “pratiche”, incassava inoltre i proventi della corruzione come corrispettivo delle prestazioni di falso da parte dei privati, che tratteneva personalmente  o spartiva con gli altri associati.
Giuseppa Gallo, medico pubblico specializzato in pneumologia, quale “medico infedele certificatore”, svolgeva, nell’ambito del sodalizio criminale, funzioni e compiti specifici non affidabili a persone estranee, attestando (certificando) patologie inesistenti oppure più gravi di quelle realmente esistenti. Addirittura spingendosi ad effettuare lei stessa gli esami spirometrici al posto dei pazienti, presupposto per l’ottenimento il riconoscimento della invalidità da parte dei privati – falsi invalidi -. Incassava inoltre i proventi della corruzione come corrispettivo delle prestazioni di falso da parte dei privati, che tratteneva personalmente  o spartiva con gli altri associati ( in specie con il fratello Angelo Gallo).
Angelo Gallo, quale “operativo” del sodalizio, collaborava in specie con la sorella Giuseppa Gallo, svolgendo il compito di corriere di documentazione e denaro per conto della stessa.
Francesca Giglio, nella sua veste di impiegata dell’Inps di Agrigento, svolgeva il compito di supporto per quanto riguarda le informazioni inerenti lo stato di avanzamento delle pratiche di interesse del sodalizio, che di volta in volta le vengono richieste, in specie da parte del sodale Antonio Alaimo.
Antonia Matina, medico pubblico specializzato in ortopedia,  “certificatore”, svolgeva, nell’ambito del sodalizio criminale, funzioni e compiti specifici non affidabili a persone estranee, attestando (certificando) patologie inesistenti oppure più gravi di quelle realmente esistenti.
Alfonso Russo, medico pubblico specializzato in radiologia,  “certificatore”, svolgeva, nell’ambito del sodalizio criminale, funzioni e compiti specifici non affidabili a persone estranee, attestando (certificando) patologie inesistenti oppure più gravi di quelle realmente esistenti.
Giovanni Galluzzo, medico pubblico specializzato in diabetologia,  “certificatore”, svolgeva, nell’ambito del sodalizio criminale, funzioni e compiti specifici non affidabili a persone estranee, attestando (certificando) patologie inesistenti.
Margherita Luongo, medico pubblico specializzato in diabetologia,  “certificatore”, svolgeva, nell’ambito del sodalizio criminale, funzioni e compiti specifici non affidabili a persone estranee, attestando (certificando) patologie inesistenti oppure più gravi di quelle realmente esistenti.
Angelo Greco, “pensionato”, ritenuto un intermediario r procacciatore d’affari, svolgeva un ruolo importante nell’associazione i)  per le sue – specifiche –  competenze “professionali” acquisite nel corso degli anni in materia di gestione illecita delle pratiche d’invalidità;  per le sue  conoscenze e relazioni  con medici infedeli pronti ad effettuare falsi certificati medici; iii) per la sua capacità di attrarre e gestire nuova clientela.
Francesco Incardona, medico pubblico specializzato in ortopedia,  “certificatore”, svolgeva, nell’ambito del sodalizio criminale, funzioni e compiti specifici non affidabili a persone estranee, attestando (certificando) patologie inesistenti oppure più gravi di quelle realmente esistenti.
Daniele Rampello, “pensionato”, considerato intermediario r procacciatore d’affari, svolgeva un ruolo importante nell’associazione  per le sue – specifiche –  competenze “professionali” acquisite nel corso degli anni in materia di gestione illecita delle pratiche d’invalidità;   per le sue  conoscenze e relazioni  con medici infedeli pronti ad effettuare falsi certificati medici; per la sua capacità di attrarre e gestire nuova clientela ( risulta essere, però,  il “dominus”  del sodalizio).
Lorenzo Greco, medico pubblico specializzato in audiologia,  “certificatore”, svolgeva, nell’ambito del sodalizio criminale, funzioni e compiti specifici non affidabili a persone estranee, attestando (certificando) patologie inesistenti oppure più gravi di quelle realmente esistenti.
Giuseppe Candioto, medico pubblico specializzato in reumatologia,  “certificatore”, svolgeva, nell’ambito del sodalizio criminale, funzioni e compiti specifici non affidabili a persone estranee, attestando (certificando) patologie inesistenti oppure più gravi di quelle realmente esistenti.
Dichiarazione del segretario dello Spir, Stefano Imbrò: “Abbiamo sempre sostenuto, e oggi ne siamo più che convinti, della laboriosa e silente attività svolta dalla nostra Istituzione nella Provincia di  Agrigento grazie alla quale si è riusciti a fare breccia in un muro di conveniente omertà, una operazione di Polizia  portata a buon fine grazie alla sagacia ed instancabile attività svolta dai nostri colleghi della DIGOS Agrigentina.
La laboriosa ed articolata indagine svolta dai nostri colleghi  ha permesso di far emergere quanto di più oscuro ed odioso possa esistere nell’ambito della sanità e certamente merita il nostro plauso, un’attività di intelligence che andrà a sicuro vantaggio delle persone perbene che già sta facendo pervenire i loro attestati di apprezzamento.
Una operazione di Polizia Giudiziaria di qualità  che è riuscita ad individuare e stigmatizzare taluni personaggi che abusando del proprio ufficio hanno elargito benefici a chi certamente non ne aveva diritto a discapito, inversamente, di chi ne aveva assolutamente diritto e bisogno, con un danno rilevante sia per le casse dello stato che delle famiglie che, proprio malgrado, conoscono la reale tragedia di un familiare ammalato .
Una miriade di reati ben individuati dall’eccellente Procura della Repubblica Di Agrigento che correttamente ha coordinato le complesse attività di indagine considerati i molteplici reati commessi a danno della povera gente.
Un plauso al Questore di Agrigento che nulla sta trascurando nella difficile azione di coordinamento nella lotta al crimine, di qualsiasi natura esso sia,  in una Provincia particolare quale è la nostra.”
“Rivolgo un sentito grazie alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine agrigentine per il loro continuo e prezioso lavoro nell’individuare ogni tentativo di corruzione, malaffare e spreco di risorse che si traduce in danno per i cittadini onesti e per il capitale sociale di un territorio”. Così il presidente della Camera di Commercio di Agrigento Vittorio Messina all’indomani dell’operazione denominata “La carica delle 104″.
“In attesa che vengano stabilite le responsabilità di coloro che si trovano nella condizione di indagati – continua Messina – ancora una volta va evidenziata la professionalità con cui gli inquirenti agiscono nella nostra provincia sotto gli aspetti della prevenzione e della repressione di ogni forma di illegalità”
“Le iniziative per accreditare la cultura della legalità – aggiunge il presidente della Camera di Commercio di Agrigento – servono a poco se in simili circostanze società civile ed istituzioni non fanno sentire la loro vicinanza a chi presidia il rispetto della legge e tutela i diritti dei cittadini che osservano le regole”.

Maurizio Saia della cisl dichiara “Ancora una volta grazie alle indagini degli inquirenti emerge uno spaccato malato della nostra società. Intrecci tra malaffare corruzione e interessi individuali mettono in discussione diritti a tutela della salute dei lavoratori, di chi ha disabilità gravi o di chi assiste familiari con gravi infermità. La legge 104/92 è un formidabile strumento di welfare ed il suo utilizzo non può essere distorto.
Spesso siamo portati a giustificare la corruzione come necessità indotta da uno stato di bisogno, dalla miseria e dalla povertà ma le persone coinvolte negli accadimenti di questi giorni nulla sembrano avere a che fare con questo grave stato di disagio economico.
Il nostro territorio ha la necessità di sviluppare comportamenti etici e legali che ci facciano recuperare credibilità a tutti i livelli. Certamente è un problema prima di tutto culturale rafforzato dalla spudoratezza nell’ ottenere vantaggi e consolidare privilegi agendo a danno di chi realmente li merita e mettendo a tacere la coscienza a fronte del favore ottenuto. Rimaniamo attoniti e sviliti a fronte di avvenimenti di illegalità e di disprezzo delle norme a danno della comunità ma ciò ci dovrebbe fare riflettere su quanto ci sia da lavorare per ricostruire un tessuto sociale più forte, a cominciare da una severa stigmatizzazione di questi fenomeni.
Troppo spesso la Pubblica Amministrazione e’ vittima di illegalità perpetrata per il raggiungimento di fini personali di pochi soggetti invece di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e di servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico. I Piani anticorruzione sono un ottimo strumento di prevenzione e di repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione ma certamente necessitano di essere più noti attraverso una maggiore formazione e informazione al fine di “costruire coscienze”. Paghiamo un prezzo troppo alto in termini economici, sociali e di legittimazione per gli alti livelli di corruzione presenti nel nostro territorio e non possiamo permettercelo.
La Cisl e i suoi dirigenti esprimono gratitudine alla Magistratura, alle Forze dell’ordine ed a tutte le Istituzioni che garantiscono il rispetto delle leggi.”

LINK http://www.canicattiweb.com/2014/09/23/provincia-di-agrigento-operazione-la-carica-dei-104-le-accuse-mosse-agli-indagati/

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