È quanto prevede una norma contenuta nel Decreto attuativo del Jobs Act relativo al riordino delle tipologie contrattuali, approvato venerdì 20 febbraio in via preliminare dal Consiglio dei Ministri. Il provvedimento ha esteso la norma del diritto al part-time, già previsto per le persone con malattie oncologiche, anche a persone con gravi malattie cronico degenerative e ingravescenti. E tra queste, anche la sclerosi multipla.
Per l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) che ha fortemente voluto il provvedimento, «si tratta di un risultato importante», in linea con quanto sancito dalla Carta dei Diritti delle persone con sclerosi multipla: «tutte le persone con sclerosi multipla hanno il diritto e il dovere di essere parte attiva della società, con pieno accesso al mondo del lavoro sin da giovani e con il mantenimento dell’occupazione anche al variare delle condizioni determinate dall’evoluzione discontinua della malattia»:
«Questo è un risultato fondamentale per tutte le persone con Sclerosi Multipla che avranno modo di vivere quotidianamente la propria condizione di vita e di lavoro oltre la sclerosi multipla», ha dichiarato la presidente nazionale Aism Roberta Amadeo. «Questo successo si pone inoltre nella cornice dei principi espressi nel Piano di Azione Biennale delle persone con Disabilità, frutto del lavoro delle principali associazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro reti, tra cui in primis FISH. Un impegno, quello dell’Associazione, che va a beneficio non solo delle persone con sclerosi multipla ma della più ampia comunità delle persone con patologie cronico degenerative e, più in generale, delle persone con disabilità. E’ un impegno, quello di Aism, costante e importante che non si ferma qui».
Il provvedimento passerà ora al Parlamento per i pareri delle Commissioni e tornerà quindi all’esame dell’Esecutivo per la definitiva adozione ed entrata in vigore.
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