Il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, Ugo Raffaele Dallerice, svela i retroscena dell’indagine
Alla ricevitoria del Lotto, aveva controllato i numeri giocati da quel signore un po’ impacciato, sul tabellone, su cui leggeva benissimo.
E’ da qui che è arrivata la conferma, alla Guardia di Finanza, che la 55enne di Matera, domiciliata da anni nel Biellese, ci vedeva, eccome, visto che quel giocatore, altri non era che un finanziere. Un’indagine iniziata tre anni fa e che ora è approdata in tribunale .
“Ne abbiamo dato la notizia solo quando il magistrato ci ha dato il permesso – spiega il Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle, Ugo Raffaele Dallerice -. Tutto è partito da un controllo effettuato su sette soggetti, da cui è stato selezionato il caso della signora. Avevamo dei dubbi e abbiamo avviato un servizio, durato alcuni giorni”.
- Come siete riusciti a raggiungere la convinzione che la donna ci vedesse?
Un nostro finanziere l’ha preceduta in una ricevitoria del Lotto, ha preso un biglietto e quando lei è entrata e si è fermata vicino a lui, le ha chiesto se i numeri erano usciti sul tabellone. La signora ha guardato e poi lo ha invitato a seguire l’estrazione sullo schermo. Ma le prove raccolte sono anche altre. L’abbiamo ripresa, al supermercato, mentre faceva spesa e controllava i prodotti, selezionandoli in base alla scadenza o al marchio.
- La sua patologia poteva permetterglielo?
Direi di no, visto che avrebbe un cono visivo del 3% o inferiore per rientrare nei parametri di legge, che la considerano cieca totale, come riconosciutogli dalla commissione medica di Matera. Comunque, il processo si svilupperà sulle perizie. Noi, da parte nostra, abbiamo fotografato una situazione.
- Quando l’avete convocata in caserma, quanto tempo era passato dal momento in cui è stato registrato il filmato che mostra la signora camminare senza bastone o altri ausili?
Un anno, circa. Sicuramente le sue condizioni potevano essere peggiorate in quel periodo, ma l’invalidità la percepiva da molto prima.
- Quanto tempo occupa un’indagine di questo tipo?
Impossibile dirlo. A volte basta un giorno, a volte settimane. Di solito si parte da casi dubbi, si fanno delle valutazioni e poi si avvia il servizio. E tutto si gioca sulla bravura di chi indaga, sull’intuizione del momento.
- Di quali altri casi vi occupate, in tema di raggiri?
Questo servizio è inserito nel quadro della tutela della spesa pubblica, che è uno dei nostri pilastri. Ci siamo già occupati del discorso buoni pasto scolastici e degli assegni sociali, quelli percepiti da soggetti stranieri ultra sessantacinquenni arrivati a Biella per la ricongiunzione familiare che, dopo aver ottenuto l'assegno sociale, tornano nei paesi d'origine. Nel 2013, nel Biellese, abbiamo individuato ben undici casi. Vorrei cogliere l’occasione per segnalare che, ogni volta che escono notizie come quelle dei falsi invalidi, abbiamo un ottimo riscontro da parte dei cittadini. In molti, ci chiamano, per segnalarci delle anomalie, che valutiamo e, se è il caso, interveniamo. E questo ci dà una forte motivazione per andare avanti.
LEGGI La falsa cieca che leggeva i numeri del Lotto - Quotidiano online della provincia di Biella
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