domenica 29 marzo 2015

In vent'anni aumentata del 45% la disabilità da patologie muscolo-scheletriche

La disabilità dovuta a patologie muscolo-scheletriche è aumentata del 45% negli ultimi venti anni. Fra queste, l'osteoporosi severa (complicata da fratture), se non trattata in modo efficace, è tra le cause più invalidanti e in grado di pregiudicare la qualità della vita; inoltre, comporta enormi costi per le comunità e per i sistemi sanitari nazionali, con una crescita di spesa prevista di circa il 25% entro il 2025 solo in Europa.
Intorno a questi dati e agli studi che li hanno prodotti ruota il WCO-IOF-ESCEO 2015, il Congresso mondiale su osteoporosi, osteoartrite e disturbi delle ossa e dei muscoli, organizzato dall’International osteoporosis foundation (Iof) e dalla European society for clinical and economic aspects of osteoporosis and osteoarthritis (Esceo), dal 26 al 29 marzo a Milano.
«L’incidenza dell’osteoporosi è in aumento – spiega Giancarlo Isaia, direttore del Dipartimento di geriatria e malattie metaboliche dell’osso alle Molinette di Torino e presidente Siomms (società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro) - e si stima che oggi ne siano affetti in Italia circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini, facendo emergere l’allarme per una grave pandemia silenziosa che va quindi trattata come una patologia di priorità sanitaria e sociale». Per la Siommms, prosegue Isaia, «due sono gli approcci fondamentali per far fronte al problema: l’appropriatezza e l’aderenza terapeutica per poter ridurre l’incidenza del rischio di fratture e di invalidità e di conseguenza far risparmiare consistenti risorse al Ssn; una costante sensibilizzazione e informazione per il pubblico sulla prevenzione, sui rischi e sulla terapia per l’osteoporosi».
La Società scientifica ha da poco lanciato una campagna informativa con lo scopo di educare le donne a conoscere la malattia e per prevenirla.
fonte healthdesk

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