giovedì 29 ottobre 2015

Mobbing. Dirigente sospesa perché non portò acqua in aula, Tribunale condanna Comune

Mobbing. Dirigente sospesa perché non portò acqua in aula, Tribunale condanna Comune


L’AQUILA. Il Giudice del lavoro dell'Aquila ha condannato il Comune a una multa di 2.000 euro annullando un provvedimento disciplinare a carico della dirigente Paola Giuliani, accusata di non aver portato bottigliette d'acqua in aula durante una seduta di Consiglio comunale. 
Il sindaco non l’ha presa bene sebbene il tribunale (giudice Anna Maria Tracanna) abbia detto con chiarezza che «è del tutto pacifico che l’approvvigionamento di bottigliette d’acqua nel corso di una seduta del consiglio comunale non rientri tra le funzioni spettanti a una dirigente».
Insomma secondo il tribunale la sospensione inflitta alla Giuliani è stata «illegittima» per «illogicità manifesta e irragionevolezza» e «travisamento dei fatti».
«Dall’istruttoria svolta – scrive il giudice Tracanna - è emerso che» la mancanza di bottigliette d’acqua «appare la conseguenza della mancata presenza nel settore ‘segreteria generale’ di un dipendente con il profilo ausiliario».
«E' una questione ideologica», sostiene Cialente. «Un sindaco che guadagna 2.300 euro al mese non può riprendere un dirigente che commette un errore, nonostante quest'ultimo arrivi a guadagnare anche tre volte tanto. La politica dà indicazioni, ma i dirigenti hanno la responsabilità della decisione. Mi aspetto in questa battaglia la solidarietà degli altri sindaci italiani. Prendo atto che i dirigenti sono intoccabili, a questo punto tanto vale che ce ne andiamo a casa, si nomina un commissario unico attorniato da un Cda fatto da dirigenti».

Secondo la dirigente Paola Giuliani, difesa dall’avvocato Rodolfo Ludovici, invece, quello dell’acqua «è un episodio che dimostra vessazione e cattiveria fatto solo per darmi fastidio, visto che il Comune non si è presentato neppure in giudizio, che si inserisce in un contesto più ampio del mobbing. Non è una mia sensazione, ma una sentenza. Nello specifico non avevo responsabilità nella vicenda perché in consiglio comunale la competenza è del segretario generale e del suo vice».
Giuliani presentò ricorso contro il provvedimento disciplinare del 2012, a pochi anni dal terremoto che devastò L'Aquila. 
Il legale del municipio Domenico De Nardis nel provvedimento dichiarava: «si ritiene che l’episodio debba essere qualificato come una violazione degli obblighi di leale ed efficiente collaborazione con gli organi dell’amministrazione comunale e si ritiene che nello specifico l’atteggiamento servato in coincidenza dell’acclarata mancanza di acqua a disposizione del Consiglio comunale è atto a denotare il venir meno agli obblighi del proprio ruolo e il disinteresse a un’esigenza reale e a un diffuso disagio ampiamente avvertito dai consiglieri comunali».

Contestualmente la dirigente ha vinto un'altra causa, intentata in precedenza per mobbing: in questo caso il Tribunale ha disposto che il Comune risarcisca un danno di 10 mila euro. 
Giuliani aveva presentato una denuncia in seguito ad una serie di altre «vessazioni» subite: trasferimenti, demansionamenti e perfino l’assenza di una scrivania dove poter lavorare. Ed è stato sempre lo stesso giudice a condannare l’amministrazione.
Giuliani fa sapere di non aver mai avuto come obiettivo il risarcimento danni, ma il riconoscimento di essere vittima di comportamenti non corretti. 
«E' una vicenda che fa un danno di immagine gravissimo al Comune - afferma il sindaco Cialente -. Ho avviato un'indagine interna per verificare perché l'amministrazione non si è presentata in giudizio, probabilmente c'è stato un problema tra l'ufficio del personale e l'avvocatura. Dovrei prendere provvedimenti nei confronti di chi ha sbagliato, ma ora con questo verdetto devo riflettere. Il problema non è la bottiglietta d'acqua, ma l'organizzazione del Consiglio comunale che, negli anni successivi al terremoto del 2009, mentre noi andavamo in giro, lasciava a desiderare. E' chiaro, comunque, che il rapporto con questa dirigente, che non è nuova a cause contro il Comune, si è incrinato. Vedrò con gli avvocati cosa si può fare».

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